sabato 9 luglio 2011

Riprendo

Non che avessi mai coscientemente dismesso il blog.

Non sono rimasta sotto le macerie, sono riuscita a far riparare il danno a costi tutto sommato contenuti e con un disagio moderato. Ora ho la fobia che crollino i pensili, ma imparerò a conviverci...

Voglio terminare la prima stesura del mio lavoro in corso (un fantasy blandamente fantascientifico) entro il 31 luglio. Perché? Perché sarà esattamente un anno da quando l'ho iniziata. Un tempo da record, per me.

Una prima stesura rozza e pasticciata, si capisce, fatta per fissare le idee e la trama senza patemi sulla forma, tanto sicuramente molta roba verrà tagliata/cambiata radicalmente, e quindi che senso ha lavorare di fino adesso?

È come se un musicista stesse ore e ore a perfezionare l'intonazione di un pezzo invece di studiarlo, a mettere abbellimenti anziché consolidare il solfeggio, a...
Oh, scusa Gae, ho sbagliato esempio.

Per tenermi in riga, da gennaio ho preso l'abitudine di segnare su un taccuino ogni giorno il numero di caratteri (e di parole, pur col conto farlocco dei word processor che non staccano gli apostrofi) scritti, e ogni volta che non trovo il tempo di andare avanti smarco con una riga nera.
L'idea è che l'accumulo di segnacci scuri a significare “giornata sprecata” mi siano tanto molesti da indurmi a smettere di giocare e visitare siti stupidi per mettermi al lavoro.

L'accorgimento funziona a singhiozzo.

Ho però scoperto un fatto sconvolgente. Tra quello che viene prodotto sull'onda di una fugace “ispirazione” e ciò che mi sforzo di completare facendomi violenza non c'è la benché minima differenza. (ok, fa tutto schifo, ma il punto non è questo)

Compilo anche delle tabelle deliranti "alla Alfredo" (il mio collega ossessivo-compulsivo) per tenere d'occhio l'andamento complessivo del lavoro e i miei ritmi.

Ecco il riassunto, interessantissimo per tutti, di ciò che ho combinato in questi sei mesi.

Il mese più laborioso è stato marzo, in cui ho scritto per 17 giorni.
Il mese più pigro è stato aprile, in cui ho scritto per 5 giorni.
Il mese più produttivo in assoluto è stato sempre marzo, con 34 cartelle da 1800 caratteri.
Il mese con la media più alta è stato febbraio, con 2,4 cartelle al giorno.

Ma la media tenuta nei mesi del 2010 in cui non tenevo il conto giornaliero e scrivevo a casaccio quando mi girava e in cui mi era parso di non aver combinato un accidente non è poi tanto diversa.

Cosa significa tutto questo?

Che per quanto mi sembri di ottenere risultati migliori sul momento, considerando il lungo periodo la quantità di lavoro svolto con le buone o con le cattive è sempre la stessa, per me non c'è scampo.

L'unica cosa che so fare con costanza è baloccarmi e perdere del tempo.