So che dovrei preoccuparmi di scrivere il romanzo invece di perdermi di questioni oziose…ma non avere un titolo mi disturba un po’. Chiamarlo Vattelapesca è anche irrispettoso. Poverino.
Ma…coi titoli non ho confidenza, faccio sempre fatica.
Ed è importante sceglierlo bene, è il tuo biglietto da visita, caro romanzo.
Ma…coi titoli non ho confidenza, faccio sempre fatica.
Ed è importante sceglierlo bene, è il tuo biglietto da visita, caro romanzo.
Insomma, voglio evitare, se possibile, il classico:
“Il/La [nome] di [altro nome]”
Iperstrausato, non se ne può più. Anche perché nel fantasy può raggiungere vette di ridicolo inimmaginabili.
Vai di Polygen!
L'alba del caos
La sfida dell'inverno
La fortezza delle stelle
Le scarpe del fuoco
La maledizione della notte
…
Una struttura talmente banale e ormai noiosa che non mi viene in mente proprio niente. Devo sganciarmi da questo modello!
Naturalmente ci sono anche quei titoli secchi, autoassertivi, formati da una sola parola.
(Il/La) [nome].
Caspita, è impegnativo. Per trovarne uno così bisogna che nella storia ci sia una qualche idea forte, un luogo o un oggetto significativi, oppure un personaggio.
Ecco, proviamo…
Il lago Lumina.
Cioè? mi domanda la mia alter ego criticona e scettica. Perché il lago ha l’onore del titolo? Racchiude un mistero, vi si svolge la storia, è un luogo mitico?
Mah, è lì nel centro della mappa, e qualcuno poi ci fa il bagno e ci va in barca…
No, luoghi e oggetti così fondamentali non ce ne sono, l’unico filo conduttore di tutto è il personaggio, ma il suo in copertina sarebbe interessante e attraente quanto il mio. E chi è, chi la conosce? No, non mi convince.
Il/La [nome] [aggettivo] non è molto meglio.
A me piacerebbe inventare un titolo particolare, strano, magari formato da una frase intera, che si capisca che è il titolo di un fantasy ma che esca dai soliti schemi.
Appunti per Clari. Ma non è vero che prendono tutti appunti per Clari, è solo uno dei narratori che si rivolge a lei, e poi Clari non c’entra niente.
Siamo tornati a casa. Buon per voi.
L’uovo rosso. Mah! Bisogna leggere tra le righe per capire cosa significa…
L’erede mancata.
Uhm…quest’ultimo non è male.
Ci penserò. Intanto a occhio e croce devo scriverne ancora ¾.
Nota: A proposito di Polygen, pare proprio che il sito sia stato definitivamente chiuso…sono sempre i migliori che se ne vanno!
Nota n. 2: La settimana prossima vado a farmi sparare con un raggio laser. Forte, eh?
“Il/La [nome] di [altro nome]”
Iperstrausato, non se ne può più. Anche perché nel fantasy può raggiungere vette di ridicolo inimmaginabili.
Vai di Polygen!
L'alba del caos
La sfida dell'inverno
La fortezza delle stelle
Le scarpe del fuoco
La maledizione della notte
…
Una struttura talmente banale e ormai noiosa che non mi viene in mente proprio niente. Devo sganciarmi da questo modello!
Naturalmente ci sono anche quei titoli secchi, autoassertivi, formati da una sola parola.
(Il/La) [nome].
Caspita, è impegnativo. Per trovarne uno così bisogna che nella storia ci sia una qualche idea forte, un luogo o un oggetto significativi, oppure un personaggio.
Ecco, proviamo…
Il lago Lumina.
Cioè? mi domanda la mia alter ego criticona e scettica. Perché il lago ha l’onore del titolo? Racchiude un mistero, vi si svolge la storia, è un luogo mitico?
Mah, è lì nel centro della mappa, e qualcuno poi ci fa il bagno e ci va in barca…
No, luoghi e oggetti così fondamentali non ce ne sono, l’unico filo conduttore di tutto è il personaggio, ma il suo in copertina sarebbe interessante e attraente quanto il mio. E chi è, chi la conosce? No, non mi convince.
Il/La [nome] [aggettivo] non è molto meglio.
A me piacerebbe inventare un titolo particolare, strano, magari formato da una frase intera, che si capisca che è il titolo di un fantasy ma che esca dai soliti schemi.
Appunti per Clari. Ma non è vero che prendono tutti appunti per Clari, è solo uno dei narratori che si rivolge a lei, e poi Clari non c’entra niente.
Siamo tornati a casa. Buon per voi.
L’uovo rosso. Mah! Bisogna leggere tra le righe per capire cosa significa…
L’erede mancata.
Uhm…quest’ultimo non è male.
Ci penserò. Intanto a occhio e croce devo scriverne ancora ¾.
Nota: A proposito di Polygen, pare proprio che il sito sia stato definitivamente chiuso…sono sempre i migliori che se ne vanno!
Nota n. 2: La settimana prossima vado a farmi sparare con un raggio laser. Forte, eh?
Ma non così!!!