Gente che sembra uscita da un’officina meccanica, tecnici disperati che, all’ennesimo squarcio sulla maglietta sfibrata dai fumi acidi, perdono il senno e se la strappano di dosso denudandosi in corridoio e scappando via.
Due tipi assai eleganti nel mio laboratorio…
Durante un servizio fotografico per un giornale locale, un mio collega ha dovuto usare ben tre magliette diverse –a seconda che fosse inquadrato di fronte, di schiena o di profilo- per riuscire a far sembrare che il suo vestiario fosse integro, anche se non proprio immacolato.
Abbiamo provato a mascherare i buchi con etichette adesive, ma anche quelle dobbiamo farcele bastare, recuperare tutto va bene, ma andare in giro con un codice a barre sulla schiena può dare adito a situazioni equivoche e pesanti dubbi esistenziali (Sono davvero diventata una confezione da 1 kg di potassio ioduro? E quanto costo? Dov’è la mia scheda di sicurezza? Sarò stata caricata in magazzino correttamente?).
Eppure c’e’ stata tempo fa una precisa comunicazione del direttore del laboratorio in merito alla faccenda.
Rammento, perchè se ne dia applicazione, alcuni punti riguardanti l'uso del vestiario:
1 ) il camice o la giacca corta vanno sempre indossati dai presenti in laboratorio addetti a lavoro tecnico
2 ) maglietta scarpa bianca e pantaloni lunghi sono vivamente raccomandati (alcuni incidenti per taglio da vetro rotto sono a testimoniare la necessità di avere piedi e gambe un poco protetti)
3) se per qualsiasi motivo si abbandona l'area del laboratorio (escludendo il tetto per le bombole e il cortile per l'accoglimento campioni) occorre spogliarsi del camice o giacca
4) si lascia al buonsenso di ognuno la valutazione del grado di sporcizia degli indumenti
5) la voglia di pantaloni corti in periodo estivo indossati dal personale maschile va autorepressa
In generale va evitato di dare immagine di trascuratezza e disordine facendo calare la propria autostima
Ciao
Ed ecco che finalmente, dopo la brillante risoluzione del caso delle pipette scomparse, arriva qualcosina! Ci precipitiamo a rifornirci, ma la gioia dura poco.
Occorre fare attenzione, ci avvertono, al lavoro che andiamo a fare, perché questa nuova dotazione non va bene per tutti. Per una qualche disattenzione, un imprevedibile malinteso dell’ordine, sono stati acquistati dei camici infiammabili.
Ecco che monaci siamo, dei bonzi!
2 commenti:
Bello questo post.
Mi piace sempre leggere queste cose divertenti.
Tipo l'ingegnere che va sul tetto di una famosa ditta di pentole antiaderenti per il sopralluogo dell'installazione dei pannelli solari e poi, in barba al certificato appena rinnovato di "zero emissioni" (dalle nostre ciminiere solo aria pura!), scopre che tutto il tetto dello stabilimento è ricoperto di vernice antiaderente uscita dalle ciminiere e quindi l'impianto non si può fare (e quindi non si possono ricevere tutti i bonus correlati elargiti dal governo). LOL.
O i pozzi dei digestori universali dove gli addetti possono cascare dentro e morire tra fumi di carcasse, sangue e sterco lavorato. E gli allevatori dallo sguardo ottuso che gridano "vi portate via la nostra merda tossica e il nostro sangue di mucca e osate pure tenervi l'elettricità prodotta! Ladri!". LOOL!
^___^
Che episodi agghiaccianti citi...non mi lamento più di quello che succede da me!
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