Tranquilli...solo nel mio romanzo, il celebre Senza Titolo Vattelapesca.
Ho creato una razza già morta, tutti sterminati migliaia di anni fa da una catastrofe ambientale sul loro mondo e un incidente aereo sull'altro. Che tristezza.
Il che mi porta a riflettere: non sono capace di essere troppo cattiva coi miei personaggi, ho il cuore tenero. Non che non accadano loro cose brutte, non che non li tormenti, ma alla fine hanno sempre una possibilità, anche di redenzione. Mi sa che questo sia un difetto. Sono anche troppo tonta per inventarmi intrighi credibili, troppo tranquilla per storie di odio e di vendetta. Le scene di guerra e di azione pura mi annoiano a leggerle, figuriamoci se so crearle.
E allora cosa diavolo racconto? Devo darmi all'ippica?
In effetti, come nasce Senza Titolo Vattelapesca?
Boh.
Nei lontani anni ottanta, da un miscuglio di cartoni animati (i Puffi, diciamolo), fumetti e puro delirio, mi era sbocciata in testa questa idea molto vaga: il personaggio che non è inserito tra i suoi simili, vive male con loro e sembra disprezzarli, ma quando tutti gli altri vengono catturati dal nemico (che manco sapevo chi sarebbe stato) ecco che il nostro è l'unico che può salvarli, e si sacrifica per loro...
La cosa buffa e insieme inquietante è che, sebbene all’epoca di quella prima (parziale e catastrofica) stesura del mio futuro romanzo non avessi mai letto niente di fantasy, in essa si possono ritrovare riconoscibilissimi stereotipi classici del genere.
Quindi la mia idea di non leggere per non "farmi influenzare" non ha funzionato. Non avevo la più pallida idea di cosa fosse il fantasy, ma pensavo fosse meglio così, almeno non sarei caduta nella tentazione di imitare qualcuno. Invece, ecco lì lo stesso…ma che strano.
Da dove mi sono venuti questi spunti? Mah! Forse non sono in realtà stereotipi "fantasy" ma generici, presenti in ogni storia d’avventura, nelle fiabe…o magari sono archetipi che vivono nell’incoscio collettivo.
Molte cose sono cambiate da allora. Intanto ho letto un mucchio.
Ma non è stato facile neanche questo. Nel 1999 ho incontrato IL libro, quello che fa dire all’aspirante scrittore: va bene, basta, non potrò mai creare una cosa simile, vado a casa.
Quindi per parecchi anni ho abbandonato ogni velleità.
Ma una passione autentica non si fa seppellire, trova il modo di rientrare nella tua vita…
La storia ha continuato a vivere nella mia testa, anche se mi dicevo che era solo per gioco. La trama ha preso forma, l’ambientazione si è delineata e arricchita di particolari, i personaggi si sono staccati dal cartone diventando tridimensionali…e anche prepotenti, devo dirlo. Certi mi hanno presa alla sprovvista. Ad esempio, una gentile cameriera si è rivelata assetata di sangue, una ragazza timida e remissiva ha confessato un’insana ossessione…
Alla fine tutto questo mi ha travolto e ho dovuto rimettermi al lavoro, stavolta sul serio.
Non sono in grado di scrivere qualcosa al livello del libro che mi ha folgorata? Ok, ne prendo atto, allora non mi resta che scrivere qualcos’altro.
I "cattivi" erano il punto dolente di tutta la costruzione, quello che facevano non pareva avere altro scopo che quello di far andare avanti la trama come serviva a me, e questo non va certo bene. Una questione che continuavo a rimandare.
Tra l’altro, non trattandosi di un nemico unico, non avrei potuto nemmeno giocare la carta del poverino che è cattivo perché l’hanno picchiato da piccolo, gli manca l’orsacchiotto ecc ecc (roba che francamente mi ha proprio rotto le scatole: nel mainstream pretendo che il malvagio sia "umano", nel fantasy NO, anzi!).
E un intero popolo deve avere una bella motivazione per mettersi contro tutte le altre razze di un intero mondo.
Per fortuna ho avuto l’illuminazione, forse non sarà un’idea originalissima (no anzi non lo è, però non è neppure così trita e ritrita), ma mi sembra che funzioni.
Vabbè, quante chiacchiere fini a se stesse! Qualunque cosa pur di non lavorare seriamente.
8 commenti:
Ma poi lo si potrà leggere, tutto questo? :-)
Hai ragione, sono una millantatrice...sto sempre a blaterare di quello che progetto di scrivere e non mi metto mai a farlo, che cialtrona :(((
Qual è IL libro?
Sinceramente, nel voler dare a tutti una possibilità non ci vedo nulla di male. Io mi affezziono subito ai personaggi (se fatti bene e simpatici) e soffro molto se stanno male.
Le trame ingarbugliate, gli intrighi ecc. non dovrebbero mai essere un ostacolo perché non li crea l'autore, ma i personaggi. Crea i personaggi e avrai i tuoi intrighi. Lasciati guidare dal "cosa faranno?" e non dal " che gli faccio fare?".
Una cosa che sto testando al momento: fatti un film mentale e poi scrivi. Se ti emozioni immaginando la storia avrai le basi per scrivere mentre in caso contrario risparmierai tempo e capirai dove modificare il testo.
Temo che affezionarsi troppo non sia un bene da parte dello scrittore, ogni tanto bisogna saper essere un po' "cattivi" coi personaggi, perché alla fine è la cosa giusta per loro. E' un po' (immagino, non so) come fare la mamma ^__^
So che c'è questa scuola di scrittura che dice di lasciar fare i personaggi, ma lo trovo un metodo un po' troppo caotico, tantopiù che io sono tutto tranne che impulsiva e "di getto" non mi viene niente.
D'altra parte piegare tutto ad astratte esigenze di trama è un approccio troppo freddo.
Penso che occorra trovare la propria strada lì in mezzo da qualche parte (che grande verità, eh?)!
Di QUEL libro parlerò in futuro! :)
Non parlavo di lasciar fare i personaggi. Dico di chiedersi sempre: Se tizio x ha carattere X, farà azione Y o azione Z.
L'autore può scegliere tra le due, ma solo una è coerente col carattere del protagonista, porterà avanti la vicenda in modo sensato ecc. ecc.
Ah sì, siamo d'accordo, però io la vedo anche alla rovescia: parto dall'idea che il personaggio dovrà a un certo punto fare l'azione x (uno dei punti fermi della trama), quindi lo costruisco già in previsione di questo con un carattere e un'indole adatta.
"Ho creato una razza già morta, tutti sterminati migliaia di anni fa da una catastrofe ambientale sul loro mondo e un incidente aereo sull'altro"
Ehi! Va bene la catastrofe ambientale ma come può un modesto incidente aereo sterminare una razza? Vabbè che è fantasy...
Be', non è stato tanto modesto, ha cambiato la geografia della zona...e ha coinvolto gli ultimi quattro gatti rimasti. No, davvero, non odio questi poveretti...mi serve che succeda questo *sigh*
Posta un commento