mercoledì 27 febbraio 2008

La scrittura caotica

Cos'è la scrittura caotica? Come nasce? Che cosa rappresenta? Che futuro può avere?
Uno alla volta, per piacere. Sennò comincio anch'io: cos'è quell'affare lì? Come si fa a cambiare lo sfondo? Perché non riesco a mettere l'immagine che voglio dietro al titolo?
Allora. La scrittura caotica (ho inventato io questa definizione seduta stante, spero non sia già brevettata) intanto non va confusa con la scrittura casuale, una roba, se ho ben capito, di medium e fantasmi.

Immaginate che ogni tanto la vostra mente si ingorghi, vi si crei un qualche tipo di sovraffollamento di idee ed emozioni: una storia letta, un film visto, un episodio saliente appena successo nella realtà, un personaggio storico che vi ha colpiti, un tema di attualità che vi sta a cuore...tutte queste cose si ammucchiano, spintonano, fanno un macello nella vostra testa, vi sembra di scoppiare se non ne parlate con qualcuno, ma non ci riuscite perché -appunto- il discorso è tutto ingorgato (e anche perché tutti ormai vi evitano).

E' una sensazione positiva, beninteso, un'esplosione di energia comunicativa, ma lo stesso può uccidervi, così come si può morire d'infarto per una buona notizia.

Se siete bravi potete trasfondere tutto ciò nella scrittura vera e comporre qualcosa di sensato, magari un capolavoro. Ma in attesa di diventare abbastanza bravi per farlo, dovete comunque sfiatare la pressione dalla testa, e cosa c'è di meglio che piazzarsi davanti a una tastiera e vomitare tutto sul foglio bianco così come viene?

Conclusione n.1:
La scrittura caotica quindi non è tanto una forma d'arte quanto piuttosto una terapia psichiatrica autoprescritta.

Sì, questo può valere per un po' tutte le manifestazioni artistiche...ma quelle manifestazioni richiedono di solito anche talento e applicazione. Invece chiunque, ma proprio chiunque, può blaterare a vanvera di cose che capisce solo lui.

Conclusione n.2:
I frutti della scrittura caotica hanno senso soltanto per il diretto interessato e solo lui o lei li troverà illuminanti e divertenti (la persona di solito ride nel rileggerli, segno inequivocabile dell'alleviarsi di una tensione, oppure dell'approssimarsi della pazzia completa, chi lo sa), quindi condividerli e pubblicarli è una mera stupidaggine.

Sicuro. Ma chissà che col mio esempio io non finisca per aiutare qualcuno?
Su, ragazzo, scendi da lì e metti via quel cappio. Tu, lascia stare il fucile, non è vero che sull'autobus ridono tutti di te. Cicciona, butta il panino con la Nutella. Mettetevi invece davanti a una tastiera qualunque, anche non collegata a niente, e iniziate a scrivere, avanti! Uno, due, tre VIA! Non va già meglio?

NB: La scrittura caotica non funziona a mano, battere sui tasti è una parte importante della terapia. Ma va bene anche una vecchia macchina.
NBbis: Forse qualcosa a che fare con medium e fantasmi ce l'ha comunque, a ben pensarci.

2 commenti:

L'oracolo ha detto...

E' vero, ci ho messo un po' ad interiorizzarlo... ma il fine ultimo di un certo tipo di scrittura è proprio quello terapeutico.

E non importa che quanto si scrive sia criptico o brutalmente incomprensibile. E' liberatorio averlo scritto, e divertente rileggerlo dopo qualche tempo.

Auletride ha detto...

Sì, è una valvola di sfogo importante, soprattutto per chi è introverso. Ora che sto cercando di impegnarmi nella scrittura "vera" sento meno la necessità di questa terapia...anche se a volte è proprio dopo essersi picchiati per un'ora con un capitolo poco soddisfacente che vien voglia di brutalizzare la sintassi, la trama e i personaggi con qualche paragrafo di puro delirio!