giovedì 17 dicembre 2009

In dulzi giubilo

Siamo di nuovo al lavoro per i concerti di Natale.

Stavolta il Gae ha ingaggiato un quartetto di cantanti, cosa che ci regala più libertà di orchestrazione e la possibilità –nuova ed eccitante- di suonare gli strumenti giusti per la parte.

L’anno scorso mi ero lamentata di aver dovuto usare il granbasso (un tubone simpatico ma che come potenza di suono può esser facilmente sovrastato da un sospiro), in un contesto di trombe e organi scatenati che lo rendevano del tutto superfluo, mentre per contro l’organista metteva i registri coi flautini acuti che il “maestro” non lasciava usare a noi perché disturbavano la cantante?
No, stavolta suoniamo soprano e contralto, voilà! Non ci si sente lo stesso ma almeno ci divertiamo.

E il diapason? Dovevamo morire per raggiungere gli altri, che avrebbero potuto invece scendere un pochino per noi, ma no, per andare dietro al 440 rigoroso dell’organo? Stavolta seguiamo invece il buon senso e ci accordiamo cercando il compromesso, tanto l’organo non c’è.

L’organo: ecco da dove deriva tutto il male del mondo…

Caspiterina!
Ma Gae sta facendo tutto quello che ho detto io?

Alla prova ho avuto un momento di panico, colta da questo dubbio tremendo. Come poteva il mio amico sapere di cosa mi ero lamentata? Come aveva fatto a giungere alle mie stesse conclusioni? Aveva mica letto questo blog? Stavo diventando io più intelligente (mai come lui, no)?

Per fortuna è rientrato in carreggiata quasi immediatamente.
Ha ricordato alla soprano, mezza tedesca, la corretta pronuncia del testo, che lei avrebbe dovuto insegnare e inculcare per bene anche agli altri. La pronuncia del latino, si è raccomandato, come se fosse tedesco. Perché così si faceva all’epoca, secondo lui.
Gae ripone molte speranze in questa cantante, l’ha scelta apposta per questa sua caratteristica. Quella dell’anno scorso non andava bene. Si era impegnata, sì, ma –poverina- non era tedesca. Si può arrivare fino a un certo punto.
Ne ha convenuto anche la clavicembalista –pure lei mezza germanica- e tutti e tre si sono messi a commentare in lingua teutonica, alla faccia del resto della compagnia. E cosa si saranno detti?
Che noi non siamo ariani? Che Emi è troppo scuro di capelli, e io ho un cognome meridionale?
Ci permetteranno di suonare con loro?

Sì, lo so, non è carino assimilare sempre i tedeschi ai nazisti. Ma in passato ci siamo già trovati a suonare per i massoni. E a uno stand della Lega. Ampliamo il curriculum. Proviamo coi cannibali la prossima volta?

Aggiornamento: Emi temeva che, all’arrivo nell’insieme dei due professionisti che ci avrebbero raggiunto solo per la prova generale (e che avrebbero suonato le nostre stesse parti), sarebbe finita come quando da militare, dopo avergli fatto fare tutti gli allenamenti, al momento della partita era stato messo da parte, addirittura senza lasciargli neanche indossare la maglietta. Io lo smentivo, fiduciosa. Si sarebbe trovata una soluzione, un’alternanza nei pezzi per non scontentare nessuno, pensavo. Invece ha avuto quasi ragione lui: basta flautini, riprendete i flautoni così non disturbate, non sia mai che siate più acuti del cornetto…
Questa è la volontà del Maestro e noi ci adeguiamo, sebbene a malincuore, perché lui può tutto, e la sua parola è il principio e la fine di ogni cosa.
Alpha es et O.

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