Sono sempre stata impressionabile. Troppo.
Oltre alle normali paure dei bambini ne avevo alcune inspiegabili e stupide.
Quando ero piccolina eravamo assai poveri, tanto che -sebbene mia madre e mia nonna adorassero la musica, come me- ci dovevamo accontentare della radio, dei 45 giri di quando erano ragazzi i miei zii e delle stesse 4-5 musicassette che ascoltavamo a ripetizione. Erano compilation di successi di quegli anni, e anche di prima che io nascessi. Le conoscevo a memoria. Ricordo ancora qualcosa.
Alle porte del sole...Champagne...Felicità ta ta...
Ma chi se ne frega? Vabbé il diario online, ma non esageriamo. E poi così si capisce quanti anni ho in realtà...mettiamoci una pietra sopra.
Tornando in argomento, c'era una di quelle cassette che evitavo, ogni volta che potevo scegliere, di mettere su perché essa conteneva (brivido) Canson de Natale, in genovese, cantata dai Trilli. Una canzocina pastorale, serena, dal testo -come si può immaginare- idilliaco che descrive il Bambino nella sua capannuccia.
A metà del brano vi è una breve sequenza in cui i cantanti, con fare giocoso, imitano con la voce il suono delle zampogne, facendo un bordone grave e insistente: UUUUUMMMM...da farti rimpiangere le unghie sulla lavagna. (*)
Ma la cosa peggiore era un'altra. Era come la canzone cominciava. Iniziava in sordina, con un coretto infantile che farfugliava una litania incomprensibile e funesta, in crescendo, implacabile e demoniaco, sempre più forte...finché non scoppiavo in lacrime.
Credo che anche la chiusa fosse simmetrica, ma non ricordo con chiarezza, non penso di averla sentita finire molte volte.
In realtà tutto questo terrore è nato da un equivoco.
Il coretto diceva semplicemente din don alleluia.
Ma io, bambina di cinque anni che non frequentava mai la chiesa, non conoscevo la parola "alleluia" e per questo motivo non udivo che suoni inarticolati che lasciavano presagire un orrore incombente, l'evocazione della bestia che emerge dagli abissi.
Quindi è tutta colpa di mia madre, che non mi ha dato una buona educazione cattolica.
Ormai la cassetta è ultrarovinata, quasi inascoltabile; recentemente ho tentato di ripescare la canzone su emule o simili ma non l'ho mai trovata, chissà perché.
(*) Nota: Oggi è risaputo che alcune frequenze di infrasuoni provocano senso di disagio e angoscia, disturbano il ritmo cardiaco, inducono illusioni visive e a volte possono preannunciare il terremoto, quindi la mia antipatia per i suoni molto gravi non è poi tanto irragionevole.
Oltre alle normali paure dei bambini ne avevo alcune inspiegabili e stupide.
Quando ero piccolina eravamo assai poveri, tanto che -sebbene mia madre e mia nonna adorassero la musica, come me- ci dovevamo accontentare della radio, dei 45 giri di quando erano ragazzi i miei zii e delle stesse 4-5 musicassette che ascoltavamo a ripetizione. Erano compilation di successi di quegli anni, e anche di prima che io nascessi. Le conoscevo a memoria. Ricordo ancora qualcosa.
Alle porte del sole...Champagne...Felicità ta ta...
Ma chi se ne frega? Vabbé il diario online, ma non esageriamo. E poi così si capisce quanti anni ho in realtà...mettiamoci una pietra sopra.
Tornando in argomento, c'era una di quelle cassette che evitavo, ogni volta che potevo scegliere, di mettere su perché essa conteneva (brivido) Canson de Natale, in genovese, cantata dai Trilli. Una canzocina pastorale, serena, dal testo -come si può immaginare- idilliaco che descrive il Bambino nella sua capannuccia.
A metà del brano vi è una breve sequenza in cui i cantanti, con fare giocoso, imitano con la voce il suono delle zampogne, facendo un bordone grave e insistente: UUUUUMMMM...da farti rimpiangere le unghie sulla lavagna. (*)
Ma la cosa peggiore era un'altra. Era come la canzone cominciava. Iniziava in sordina, con un coretto infantile che farfugliava una litania incomprensibile e funesta, in crescendo, implacabile e demoniaco, sempre più forte...finché non scoppiavo in lacrime.
Credo che anche la chiusa fosse simmetrica, ma non ricordo con chiarezza, non penso di averla sentita finire molte volte.
In realtà tutto questo terrore è nato da un equivoco.
Il coretto diceva semplicemente din don alleluia.
Ma io, bambina di cinque anni che non frequentava mai la chiesa, non conoscevo la parola "alleluia" e per questo motivo non udivo che suoni inarticolati che lasciavano presagire un orrore incombente, l'evocazione della bestia che emerge dagli abissi.
Quindi è tutta colpa di mia madre, che non mi ha dato una buona educazione cattolica.
Ormai la cassetta è ultrarovinata, quasi inascoltabile; recentemente ho tentato di ripescare la canzone su emule o simili ma non l'ho mai trovata, chissà perché.
(*) Nota: Oggi è risaputo che alcune frequenze di infrasuoni provocano senso di disagio e angoscia, disturbano il ritmo cardiaco, inducono illusioni visive e a volte possono preannunciare il terremoto, quindi la mia antipatia per i suoni molto gravi non è poi tanto irragionevole.
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