domenica 20 aprile 2008

Prossimamente

Cosa ho in serbo?
Diverse idee danzano nella mia mente senza concretizzarsi, o solidificandosi solo in parte e lasciandomi frustrata e in colpa per aver abbandonato per troppi giorni il blog…

Vediamo: ho un serbatoio davvero inesauribile di pezzi di scrittura caotica, ma vorrei postarli solo quando mi sento in vena e non usarli come riempitivo.
Poi ci sono le lezioni di cattivo comportamento per musicisti dilettanti, ne ho due già pronte ma vorrei portarmi più avanti di così prima di iniziare la serie.
Poi ho dei frammenti di vita vissuta lavorativa a cui non sono mai riuscita a dar forma di racconto completo, potrei sbrodolarli in questo spazio…ma sono ancora troppo pochi, troppo dispersivi…
Potrei persino riciclare alcuni pessimi pezzi scritti da ragazzina sulle mie disavventure musicali, ma non ne ho il coraggio, sono adolescenziali e goffi.

Questa sembra una di quelle lagne di "non so cosa scrivere nel blog", ma invece no, ho troppe cose che vorrei scrivere!

E mi macero nei dubbi: è davvero positivo saltare di palo in frasca, alternare rigorosamente gli argomenti come la mia innata esigenza di simmetria mi porta a fare? Non si finisce per creare un piattume diffuso, una minestra grigiastra, una zona a massima entropia che dunque non potrà più evolversi?

Una cosa almeno la so, la diceva la mia maestra delle elementari (allora ne avevamo una sola) quando ci stava preparando all’esame di licenza (che allora si faceva): mai e poi mai anticipare quanti saranno i punti di un elenco che si sta ancora componendo mentre si parla (o si scrive)…non saranno sicuramente quelli lì, e invece ci sarà chi non avrà recepito nient’altro del tuo discorso tranne il fatto che non sapevi quello che volevi dire, o che non sei capace di contare, e, diciamocelo, fa brutta impressione.
Lo stesso per denominazioni tipo "parte x di y" che suonano molto professionali ma sono da lasciare a chi ha davvero tutti gli y sotto controllo.

Certo che è difficile resistere alla tentazione di comporre dei punti elenco, sembrano così ordinati, confortanti, amichevoli. Ma una volta che si è numerato qualcosa non si scappa più, e non si può trovare spazio per cose nate successivamente (mica si può scrivere il capitolo 4 ½ per infilare tra 4 e 5 qualcosa che si era dimenticato prima), la consequenzialità è obbligata…
La consequenzialità! E’ lì il problema! Numeri e lettere ci impongono il loro ordinamento.
Anche i colori: c'è una lunghezza d'onda (o una frequenza), che ci riconduce a un numero...
Le figure geometriche potrebbero essere ordinate in base ai lati o agli spigoli...

Ecco, l'unica speranza è usare scarabocchi e simboli senza preciso significato. O magari i numeri complessi.

3 commenti:

L'oracolo ha detto...

Quello che facciamo noi è proprio quello che non si deve fare per diventare "famosi": prendere una serie di pagine digitali e sbatterci dentro pezzi a caso del proprio carattere, componendo una sorta di caotico puzzle.

I blogger seri scelgono un argomento e lo sviscerano, anche se l'argomento è semplicemente parlare di cosa è successo nel week-end.

Ma che noia!
Molto meglio buttare sentimenti nella nuvola indistinta. E che non ci sia un ordinamento nei numeri complessi è un gran sollievo, concordo :-)

Auletride ha detto...

L'idea dei numeri complessi mi è venuta proprio dal tuo articolo al riguardo :)
Ma le lezioni sui frattali sono finite così, sul più bello?

L'oracolo ha detto...

No, probabilmente prima o poi scriverò ancora qualcosa... magari mi ubriaco di bonarda, e...