lunedì 2 giugno 2008

Morta...

Questo blog mi ammazza.

Davvero, è divertente pensare a cosa scriverci, sbizzarrirsi...ma addio al lavoro serio, alla programmazione e alla stesura del romanzo, alle riflessioni sui personaggi, alle tematiche...

Bella scusa, eh? Non facevo niente neanche prima. Dicono che quando si ha lo schema della scena bello chiaro in testa il più è già fatto, ma per me non è così. La fatica più grande è proprio scrivere, tirar fuori le parole l'una dopo l'altra. Non perché non mi piaccia farlo.

Chi non ne è affetto non sa cosa sia veramente la pigrizia.

Uno che scantona e perde tempo sul lavoro e poi in vacanza si alza all'alba, fa grandi viaggi in bici, va in barca o a scalare le montagne non è pigro, è lavativo, un concetto molto diverso.

La pigrizia agisce a 360 gradi, sempre e comunque. E' quella che ti fa morire di sonno in poltrona perché non hai voglia di alzarti e andare a letto.
Il pigro può vedersi offrire sul piatto d'argento la cosa che ha desiderato di più al mondo, e il suo primo pensiero sarà: "Ma devo proprio allungare la mano? Non è che se aspetto si avvicina da sola?"

E' una condanna terribile.

Naturalmente la si può (si deve) combattere, ma questo vuol dire solo che ogni cosa che farete vi costerà il doppio della fatica di quella che ci mettono le persone "normali". E non verrà mai apprezzata per via dei vostri precedenti. E' giusto questo?

C'è un lato positivo. Chi è pigro non diventerà mai fanatico od ossessionato per qualcosa/qualcuno. Anche nella fase di massimo entusiasmo esiste un limite oltre il quale scatta la voglia di andare via e fare qualcos'altro.

Ma un vero post sulla pigrizia avrebbe dovuto esser bianco. Ho sbagliato ancora.

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