giovedì 19 giugno 2008

Semplicità...sorella mia...

Mi stavo picchiando con un banale dettaglio del mio romanzo.

Che poi banali i dettagli non sono mai, anzi, rappresentano spesso proprio quei piccoli tocchi che fanno intravvedere il lavoro che c'è stato dietro, le note di colore che rendono viva una descrizione e fanno partecipare il lettore all'azione. O viceversa sono le pietre su cui inciampa l'asino, rivelando che non ci siamo documentati, non sappiamo un tubo di come funziona qualcosa ma nonostante questo abbiamo avuto la faccia tosta di volerci scrivere un libro, o magari la nostra era sì una buona idea ma non abbiamo riflettuto sulle conseguenze a lungo termine delle nostre innovazioni nel mondo in cui si svolge la storia.

A parer mio, è un'assurdità anche dare per scontato che la popolazione si comporterebbe in un certo modo perché è quello che faremmo noi (o meglio, la maggior parte di noi): se stiamo scrivendo di creature non umane, perché mai dovrebbero ragionare da umani?
Può essere benissimo che il popolo di semidei che semplicemente battendo le palpebre potrebbe comandare su tutto l’universo non lo faccia perché davvero a questi non frega niente, sono contenti così e preferiscono stare a giocare a carte. (Certo, questo cammino è rischioso: il lettore non può immedesimarsi in un personaggio totalmente alieno!)

Per certi autori, poi, il "realismo" consiste nel mostrare tutti personaggi completamente negativi, un mondo in cui tutti indistintamente sono disposti a vendere i figli e accoltellare la mamma per soldi o per potere...non so in che realtà vivano costoro, e non li invidio. Oltretutto, per quanti colpi di scena di inventi, una storia così diventa noiosa e perfettamente prevedibile dopo un paio di volumi. Seee, vediamo chi crepa oggi…

Ma sto andando fuori dal seminato.
Dicevo, ad esempio in una cosa che avevo iniziato a scrivere molto tempo fa, da ragazzina (e da cui è disceso il nucleo centrale della trama del romanzo di adesso), sono arrivata a metà della stesura prima di rendermi conto che avevo introdotto una popolazione di esseri volanti...ma questi (a parte quando la trama lo richiedeva) non volavano mai, salivano le scale e vivevano normalmente sulla terra come tutti.
Sono terribilmente distratta, l'ho mai detto?

Be', adesso ho rifatto tutto, aggiustando anche questo problema. Ora il mio dubbio non riguarda un errore così macroscopico, solo la scelta di una particolare terminologia usata da alcuni personaggi in un campo in cui a buon diritto potrei sbizzarrirmi senza che nessuno possa dire che "ho sbagliato"...ma lo stesso non mi sento a mio agio.
E' un fantasy: faccio già sopportare al lettore un mucchio di nomi e parole inventate per descrivere oggetti e creature che non esistono e che quindi non hanno un corrispettivo in italiano, è il caso di annoiarlo anche coniando parole astruse per esprimere invece un concetto normalissimo? Direi proprio di no.
Altrimenti tanto vale chiamare il tavolo "ripiano quadrigambato" o che so io.

Queste creature si riproducono in maniera particolare. Tuttavia, i genitori sono sempre due e mescolano il loro patrimonio genetico per dare vita a un nuovo individuo distinto.
Quindi "padre" e "madre" andranno benissimo.
Non insistete, non lo cambio più.

6 commenti:

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Perdona la curiosità, ma mi piacerebbe tanto sapere come si riproducono questi esseri... X°D
Termini tecnici? Io personalmente li uso solo quando sono sicuro di non sbagliare. Ovviamente avere tutta una cultura dietro fa bene, ma quando serve un solo termine non è necessario (esempio: in High Air mi serviva il termine "cabrata", che lì per lì non mi veniva, quindi ho cercato "manovre aeree" su Wikipedia, e il termine era lì che mi aspettava).

P.S. Sbaglio o questa sei tu? ^^

Auletride ha detto...

Aaaahhhh come fai ad avere questa immagine!?! Noooo...
(e se quelli della WMI scoprono che scrivo 'sta roba sconclusionata mi espellono dal forum...)
Adesso hai capito perché avevo messo la simmina nel profilo e non una foto vera?

Le creature? Sono pudiche, e certi dettagli non li hanno voluti dire neanche a me. Non sono così tanto diverse da noi, comunque. Quelli che si riproducono in maniera davvero strana è inquietante sono i "cattivi"...ma il romanzo non è nemmeno a metà, quindi per ora non ne parlerò.

Più che ai termini tecnici in senso stretto, mi riferivo alle parole inventate di sana pianta quando non servono, solo per buttarle lì. Per dire, chiamare il sole con un altro nome ci può stare, specialmente se non siamo sulla Terra, ed é senz'altro opportuno evitare parole che suonino troppo moderne e quindi anacronistiche, ma...uno che cura gli altri lo chiamerò medico, guaritore o qualcosa del genere, non "skiwibiz", ti pare? (Non so se ci sia davvero qualcuno che lo fa, spero di no ^^) In fondo il libro lo sto scrivendo in italiano...

alladr ha detto...

questo è un problema che ho affrontato anche io di recente, in particolare con le unità di misura (sole, come terra, è anche un nome comune, puoi chiamarlo come vuoi, ma puoi usare la nostra stessa parola per un referente analogo). le unità di misura sono una buona cartina di tornasole, ritengo, per beccare chi butta la parola strana solo per far figura (di merda, chiaro. è stato il mio caso): magari un miglio non è proprio un miglio, ma miglio va benissimo in qualsiasi mondo fantasy che abbia una unità di misura che corrisponde a mille qualcosa, perché chiamarlo sgnapo?

peccato per il sesso, ne manca sempre troppo.

Auletride ha detto...

Ah, che bello, un nuovo commentatore! ^_^

Le unità di misura sono un altro punto dolente! A rigore, anche usare la parola "metro" non sarebbe sbagliato, in fondo significa solo "misura"...ma chiunque penserebbe a quel metro, quindi stonerebbe nel racconto.

Comunque è tragico che i lettori di fantasy si dividano nettamente in boccaloni che accettano tutto e superpignoli che si mettono a sindacare su ogni minuzia...dov'é la gente normale?! Uno non sa più come comportarsi...

Per i dettagli piccanti, non so...prendo nota ^_^

Lo Sparviero ha detto...

No, guarda, hai DUE nuovi commentatori.
Cara Auletride,
sono qui per congratularmi con te, perché secondo me sei sulla strada giusta per imparare a scrivere bene ed evitando errori colossali e sviste macroscopiche.
Ma queste creature si riproducono con o senza sesso? Se la risposta è la seconda... be'... poverette!
E poi devo sapere assolutamente come si riproducono i cattivi! Non usare le spore o cose simili perché è un vero e proprio cliché...
Ah, dimenticavo, ti ho premiata anche io nell'iniziativa Brillante Weblog.
Se vuoi posso anche linkari permanentemente.
Buon lavoro!

Auletride ha detto...

Le creature fanno le loro cose, sta' tranquillo, e formano famiglie come noi...i "cattivi" invece no, ma le loro necessità riproduttive si riveleranno essere il fattore cruciale che ha dato il via a tutta la storia...
oh no mi spoilero da sola! :(
Non posso dire di più, mi spiace!

Uno scambio di link è sempre bene accetto! (be', quasi sempre...magari col blog del KuKluxKlan no)
Ma io stordita come ho fatto a non vedere il mio nome nell'elenco dei tuoi premiati? Il doppio premio non può che inorgoglirmi...ma non vuol dire che devo nominare altri 7 blog, vero? Vero???