giovedì 5 febbraio 2009

Non asfissiamo le storie!

Cosa direste se al ristorante vi portassero 4 maccheroni 4 con solo un cucchiaino di sugo, perché in fondo tanto basta per apprezzare il sapore?

La Quinta Sinfonia di Beethoven se la tira per un’ora, possibile che l’autore non potesse esporne i temi fondamentali in pochi minuti e chiuso?

E se Michelangelo avesse dipinto il Giudizio Universale su un pannello di 20x20 invece di imbrattare tutto il soffitto non avrebbe dimostrato di essere più bravo, col dono della sintesi?

Se è vero che ci sono tanti scrittori che (vuoi per guadagnare, vuoi perché innamorati del mondo da loro creato) allungano il brodo inutilmente dando vita a saghe interminabili che invece avrebbero solo tratto giovamento da qualche sforbiciata, è altrettanto vero che ogni storia ha la sua dimensione ideale, il suo respiro giusto, esattamente come un quadro, una scultura, una canzone o qualunque altra cosa venga in mente.

La sbrodolatura è irritante, ma anche vedere un libro mutilato come uno di quei vecchi Romanzi Condensati di Selezione è triste e sconfortante (e mi è capitato).
Meglio dare al lettore troppo che troppo poco, o no?

Che tagliare selvaggiamente sia sempre bene, che l’unica storia bella sia quella più corta lo dicono solo:

  • i piccoli editori che voglion risparmiare sulla carta
  • i “lettori da fast-food”, che buttano via il libro se le prime due righe dell’incipit non sono di loro gradimento (= non contengono sparatorie, stragi e simili), che si spazientiscono anche quando gli piace la storia perché vogliono finire in fretta e passare ad altro, ad altro, ad altro…

Non trasformiamo una necessità economica in una regola artistica!
E, soprattutto, la lettura è un piacere lento, se avete fretta andate al cinema!

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