venerdì 2 maggio 2008

Come fare concerti schifosi – Lezione 2

Come detto, suonare male è la prima cosa. Ma non basta, no! Bisogna impegnarsi a dare il peggio di sé prima, durante e dopo l'esibizione.
Ecco altri consigli.


Programma diabolico

La scelta sbagliata dei pezzi è ciò che -anche da sola- può trasformare la serata in un disastro.
Prendete i brani più difficili tecnicamente, quelli che richiedono che i suonatori siano calmi e concentrati e gli strumenti perfettamente pronti e intonati o qualche altra condizione impossibile da ottenere nei primi minuti dello spettacolo e schiaffateli in apertura, magari di seguito senza pause, in modo da sfruttare l'effetto accumulo (ma non tutti, ricordatevi di lasciarne uno per il gran finale) e metterete in difficoltà anche i musicisti più scafati.
Se siete stati così improvvidi da non includere nel programma nessun pezzo difficile (ma come sperate di farvi notare?), ripiegate su quelli più brutti, oppure complicati, involuti, scritti ed eseguiti in maniera non immediatamente fruibile dal grande pubblico (brutti, appunto).
Un'altra mossa azzeccata è addirittura cambiare il programma inaspettatamente in corso d'opera.


Teatro nel teatro

Una cosa davvero alla portata di tutti: comportarsi da imbecilli a ogni pié sospinto mentre si è sul palco.
Mostrare chiaramente che ci sono tensioni e malumori nel gruppo, litigare e discutere animatamente in diretta, anche interrompendo l'esibizione.
Fare pause lunghissime tra un pezzo e l'altro, sfogliando febbrilmente gli spartiti e guardandosi confusi a vicenda per far capire che non si ha la più pallida idea di cosa venga dopo, o che si è dimenticato a casa qualcosa di importante.
Invitare ad assistere qualcuno che non ve ne passi una, mettendosi a sghignazzare a ogni piccolo intoppo. Se avete un amico/a dotato/a di una risata particolarmente irritante e demoniaca, questo è il momento di chiamarlo/a.
Attenzione: questi siparietti non devono risultare comici, altrimenti lo spettacolo potrebbe finire per piacere a qualcuno!


La giusta cornice

Preparare l'ambiente. Anche qui ci sono tante possibilità.
Si può incaricare il tipografo più analfabeta di stampare programmi e manifesti tutti sbagliati in cui ogni parola a lui sconosciuta viene sostituita da qualcos'altro (esempio realmente accaduto: "il testo originale è stato interpellato da una raccolta di brani dell'epoca" anziché interpolato, "interpretato da uno strumento antico" anziché strumentario), oppure farsi da soli brochure con foto assurde dei componenti del gruppo che si fanno i fatti loro al bar, ignari di essere stati ripresi.
Accertarsi che nel luogo dello spettacolo non ci sia riscaldamento (se d'inverno) o aria condizionata (se d'estate): il vero musicista-catastrofista si esibisce solo a temperature inferiori a 4 o maggiori di 38 °C, ricordarselo! Altrimenti gli strumenti potrebbero funzionare bene. E' consigliabile anche fare in modo che l'acustica sia pessima, si stia in mezzo alla corrente, non ci siano nemmeno le luci.
Vestirsi con abiti ridicoli anche se non é in programma alcuna rievocazione storica o folkloristica, e sottolineare quanto siano scomodi quei costumi continuando a grattarsi per ogni dove e contorcersi sulla sedia come tarantolati. Si suggerisce l'uso di barbe finte per chi suona strumenti a fiato, gorgiere per i violinisti e chi più ne ha più ne metta. Per tutti, penso, tornano bene le moffole.

Non ho certo dimenticato l'accorgimento più importante, cioè la composizione del gruppo, argomento che ho lasciato per ultimo perché merita un trattamento esteso a parte.

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