Come ho anticipato, vediamo ora una delle fasi più delicate del procedimento, cioè la scelta dei componenti del gruppo.
Occorre mettere insieme le persone più psicotiche e litigiose, che mai avrebbero dovuto incontrarsi neanche alla fermata dell'autobus.
La realtà é che generalmente si prende quello che viene. Ma è comunque utile saper riconoscere le tipologie di candidati che si hanno a disposizione.
Vedremo le più importanti. Comincio dai due più simpatici.
Occorre mettere insieme le persone più psicotiche e litigiose, che mai avrebbero dovuto incontrarsi neanche alla fermata dell'autobus.
La realtà é che generalmente si prende quello che viene. Ma è comunque utile saper riconoscere le tipologie di candidati che si hanno a disposizione.
Vedremo le più importanti. Comincio dai due più simpatici.
Il Rassegnato
Il Rassegnato è uno che adora la musica e la segue da sempre, ma, sfortunatamente, sa di non possedere quel qualcosa in più per diventare veramente bravo. Se la cava, ma non è brillante, è troppo emotivo, magari addirittura timido, lo infastidisce il clamore e soprattutto è completamente privo dell'arroganza indispensabile per farsi strada negli ambienti artistico-culturali.
Questa consapevolezza lo rende eternamente amareggiato.
Intendiamoci, non è che il Rassegnato sia per forza un mattone, al contrario può anche essere simpatico e divertente: è molto probabile che almeno cerchi di esserlo, per compensare il suo senso di inadeguatezza. Ma nella musica tutta la sua tristezza emerge inconfondibile e schiacciante.
Persuaso che nulla possa essere tentato per migliorare il mondo, il Rassegnato subisce infelice le scelte degli altri componenti del gruppo -malgrado sia il più anziano, o addirittura il fondatore della compagnia- senza riuscire a far altro che lamentarsi in segreto e maledire la sorte.
Questo miscuglio di frustrazione, desiderio di rivalsa e complesso di inferiorità può portarlo ad assumere comportamenti fantozziani, la qual cosa crea un malefico circolo vizioso in cui il Rassegnato viene sempre più preso di mira e condannato a svolgere i lavori più ingrati e gli incarichi più demenziali. E non c'è nemmeno da domandarsi di chi è la colpa se qualcosa va storto.
Il Rassegnato non è una persona cattiva. Ma è poco prudente fidarsi di lui. Così, in generale.
La sua frase-tipo, nel congedarsi stancamente alla fine delle prove, è "Tutto quello che trovate e non sapete di chi è, è mio."
Il Pignolo
Come dice il nome, il Pignolo è quello che vorrebbe che tutto fosse perfetto.
Niente di male in questo desiderio, anzi. Ci sono molte cose che col duro lavoro e il giusto impegno possono essere migliorate.
Ma la natura umana è quella che è, e così pure la struttura degli strumenti. Suonare sempre perfettamente intonati è possibile solo con una tastiera elettronica, che ovviamente non fa parte dell'ensamble barocco/rinascimentale. Se il flauto si intasa per l'umidità, si intasa, e lamentarsi non può migliorare la situazione. Inoltre le (altre) persone hanno una vita al di fuori della musica, magari una famiglia e un lavoro vero, e non possono essere sempre disponibili per decine e decine di prove.
Il Pignolo ha sempre qualcosa da dire, su quasi qualunque argomento. E' in grado di improvvisare una conferenza con pochi secondi di preavviso, magari in tedesco. Ma solo se nessuno lo desidera. Sciaguratamente, le sue doti oratorie colano a picco quando sarebbe richiesta una sua presentazione dello spettacolo davanti a un nutrito pubblico: in tali circostanze, il Pignolo ha un violento attacco d'ansia da palcoscenico e riesce a malapena a leggere i propri appunti, impappinandosi, arrossendo e ricandendo in quel fastidioso difetto di pronuncia che credeva di aver eliminato nell'infanzia.
Se il Pignolo è entusiasta di una qualche idea o iniziativa, è impossibile che agli altri non piaccia. Se così accade, lui non vuole saperlo. Del resto il suo entusiasmo è talvolta davvero contagioso: purtroppo lui finisce per rovinare tutto esagerando e sequestrando le persone per ore e ore per suonare fino allo sfinimento.
Ha sempre sulle labbra espressioni del tipo "l'Arte del Maestro", "il vero spirito della musica", "è così che si dovrebbe lavorare" e simili.
Il suo grido di battaglia? "Siete stonatiii!!!"
Ma il Pignolo è tanto critico nei confronti delle persone (se stesso compreso) quanto indulgente verso gli scherzi del destino: è veramente capace di autoconvincersi che un cataclisma (es: un clavicembalo che rovina a terra sfasciandosi) sia in realtà un fatto positivo che apre un mare di nuove possibilità.
Tutti criticano il Pignolo, deriderlo o provocarlo è quasi obbligatorio, perché è per definizione uno che rompe. Il fatto che spesso egli sia veramente una persona di cultura e buon senso, che sia magari un buon musicista e dica cose giuste non può che essere un'aggravante.
Come dice il nome, il Pignolo è quello che vorrebbe che tutto fosse perfetto.
Niente di male in questo desiderio, anzi. Ci sono molte cose che col duro lavoro e il giusto impegno possono essere migliorate.
Ma la natura umana è quella che è, e così pure la struttura degli strumenti. Suonare sempre perfettamente intonati è possibile solo con una tastiera elettronica, che ovviamente non fa parte dell'ensamble barocco/rinascimentale. Se il flauto si intasa per l'umidità, si intasa, e lamentarsi non può migliorare la situazione. Inoltre le (altre) persone hanno una vita al di fuori della musica, magari una famiglia e un lavoro vero, e non possono essere sempre disponibili per decine e decine di prove.
Il Pignolo ha sempre qualcosa da dire, su quasi qualunque argomento. E' in grado di improvvisare una conferenza con pochi secondi di preavviso, magari in tedesco. Ma solo se nessuno lo desidera. Sciaguratamente, le sue doti oratorie colano a picco quando sarebbe richiesta una sua presentazione dello spettacolo davanti a un nutrito pubblico: in tali circostanze, il Pignolo ha un violento attacco d'ansia da palcoscenico e riesce a malapena a leggere i propri appunti, impappinandosi, arrossendo e ricandendo in quel fastidioso difetto di pronuncia che credeva di aver eliminato nell'infanzia.
Se il Pignolo è entusiasta di una qualche idea o iniziativa, è impossibile che agli altri non piaccia. Se così accade, lui non vuole saperlo. Del resto il suo entusiasmo è talvolta davvero contagioso: purtroppo lui finisce per rovinare tutto esagerando e sequestrando le persone per ore e ore per suonare fino allo sfinimento.
Ha sempre sulle labbra espressioni del tipo "l'Arte del Maestro", "il vero spirito della musica", "è così che si dovrebbe lavorare" e simili.
Il suo grido di battaglia? "Siete stonatiii!!!"
Ma il Pignolo è tanto critico nei confronti delle persone (se stesso compreso) quanto indulgente verso gli scherzi del destino: è veramente capace di autoconvincersi che un cataclisma (es: un clavicembalo che rovina a terra sfasciandosi) sia in realtà un fatto positivo che apre un mare di nuove possibilità.
Tutti criticano il Pignolo, deriderlo o provocarlo è quasi obbligatorio, perché è per definizione uno che rompe. Il fatto che spesso egli sia veramente una persona di cultura e buon senso, che sia magari un buon musicista e dica cose giuste non può che essere un'aggravante.
4 commenti:
Wow, ho a che fare con entrambi i tipi! Un batterista rassegnato (nel mio caso sarebbe più giusto chiamarlo "stanco, insoddisfatto e indeciso"), e un tastiera che si definisce polistrumentista (chitarra, tastiera e batteria), che è il Pignolo. Dice sempre che la mia chitarra è scordata sebbene l'abbia accordata poco prima a casa, e gira e rigira le chiavette finché non tornano al posto di prima...
Non suoniamo affatto male, però... c'è da dire che non abbiamo fatto ancora alcun concerto. :)
Anche il tuo batterista è la vittima di tutti? Poverino...
Ma i peggiori sono i prossimi due di cui parlerò! Prega di non incontrarli mai!
ciao, sono un rassegnato: ma possibile che non vi venga mai la tentazione di guardarmi per chiudere un pezzo assieme, invece di arrivare come tanti gregari in una tappa di montagna del Giro d'Italia? Tanto per non far godere il Pignolo ...
Caro rassegnato, ti vediamo benissimo con la coda dell'occhio, non sono necessarie giravolte e capriole da saltimbanchi.
Che poi, proprio come fa presente il nostro amico, dubito fortemente che agitarsi in quel modo faccia bene alla qualità e all'intonazione del suono...
Posta un commento