giovedì 5 giugno 2008

Come fare concerti schifosi – Lezione 5

Continuiamo la carrellata. Non c’è mai fine all’orrore…

Il Bieco Figuro

Il Bieco Figuro è, appunto, uno che solo all'aspetto riesce a spaventare pubblico e collaboratori. Ha una faccia patibolare, indossa completi da narcotrafficante, occhiali scuri da menagramo, magari porta la barba incolta da terrorista e cose così.
Intendiamoci, in realtà non è nessuna di queste cose, ma anzi uno che si guadagna la pagnotta normalmente. Solo che è pazzo.

Sarebbe dotato di un talento medio-buono per la musica, possiede molte potenzialità e una gran voglia di fare. All'inizio il suo arrivo è un toccasana per il gruppo: lui si mette sotto a lavorare come un mulo, a proporre tante cose, e pazienza per le sue maniere assai ruvide e il linguaggio poco fine.

Ma...a un certo punto qualcuno non potrà fare a meno di notare che le sue dieci nuove orchestrazioni di un pezzo sono, per l'appunto, sempre lo stesso pezzo in cui ossessivamente il Bieco Figuro ha cambiato qui e là una nota, una pausa, un disegno ritmico. E -cosa ancor più inquietante- a queste rielaborazioni praticamente identiche tra loro si affiancano invece pesantissimi rifacimenti in cui altri pezzi sono modificati e deformati in maniera irriconoscibile. Senza alcun apparente criterio, quindi, il Bieco Figuro talvolta si limita a copiare all'infinito la stessa partitura, mentre altre volte stravolge completamente quello che ha davanti ottenendo pasticci senza senso.

Poi egli comincerà a leggere manuali e trattati, e qui inizia il delirio.
A seconda di cosa si mette a leggere, potremo osservare decorsi diversi della malattia, ma l'esito purtroppo è sempre lo stesso.

Poniamo che il nostro legga un manuale o un trattato (magari d'epoca) sulla costruzione e manutenzione degli strumenti. Con un processo mentale molto simile a quelli che conducono il Megalomane (v. Lezione 4) a fare tante brutte figure, il Bieco figuro si convince facilmente di sapere costruire uno strumento molto migliore di quelli che il gruppo già possiede. Anzi, quelli che il gruppo possiede sono sbagliati, o almeno non sono stati sottoposti a una corretta manutenzione, come quella che lui ritiene di saper fare ora che ha studiato.

Eccolo dunque a sperimentare sugli oggetti in suo possesso e, una volta terminato questo trattamento, ad aspettarsi che i compagni gli consegnino con entusiasmo i loro strumenti da "mettere a posto", perché dovrebbero pur capire che "così non si può andare avanti". Il Bieco Figuro domanda ciò con la dolcezza che gli è caratteristica, ed espone le sue cortesi richieste agitando in modo amichevole un trapano e un flessibile, o magari una sega circolare.

Il modo talvolta volgare in cui i compagni (retrogradi, ignoranti e incapaci di apprezzare la generosità del suo gesto) reagiscono non può che ferirlo profondamente, e questa è probabilmente la causa prima del suo inevitabile crollo psichico.
Fino a quel momento, infatti, il Bieco Figuro ha tenuto a bada i lati oscuri del suo carattere, ma gradatamente essi prenderanno il sopravvento, proprio come il turpiloquio e le maledizioni pian piano sostituiranno quasi del tutto la sua parlata normale.

Ed ecco che prende forma l'altra faccia del Bieco Figuro: il killer (non del tutto) silenzioso. Proprio come l'ipertensione, egli logora tutti, crea un'atmosfera sempre più ostile e tesa, finché arriva la rottura. Non deve sforzarsi per questo, perché egli non ha mai sentito parlare di diplomazia nei rapporti umani, spesso neanche di buona creanza. Quindi, il nostro riuscirà negli anni a portare all'esasperazione i compagni e a silurarli uno per uno.

Fino al giorno in cui, ormai del tutto fuori di sé poiché il legittimo proprietario del cornamuto da lui forato nella parte posteriore per attaccarvi un comodo gancio da tracolla ha avuto l'ardire di lamentarsi, e magari umiliato e addolorato da come la gente continui a prendersela per le mail piene di insulti che lui invia a destra e a manca, il Bieco Figuro non se ne andrà in maniera burrascosa, sbattendo la porta e minacciando querele, poiché ovviamente è lui il perseguitato.

Probabilmente non riuscirà più a suonare con nessuno. Ma che soddisfazione aver silurato tutto il mondo in un colpo solo! Ora il nostro avrà tempo di dedicarsi al suo progetto di dulciana telecomandata dotata di puntatore laser.

La frase che si dice appena sveglio? "Ma chi se ne fregaaa?!"


Il Fasullo

I Fasulli esistono in due distinte varietà: ci sono gli Innocenti e i Furbastri.
Hanno in comune l’essere del tutto inutili nel gruppo.

Il Fasullo Innocente è una persona innocua che si stava facendo gli affari suoi, ma viene acchiappata quasi con la forza da un amico/conoscente che la introduce nel gruppo spacciandola per qualcuno capace di far qualcosa, tipo suonare le percussioni. Ma per questo disgraziato "suonare le percussioni" significa rullare in maniera artistica e imprevedibile, scrollare campanelli e percuotere clavette seguendo i propri moti dell’animo, non certo in base al banale ritmo del pezzo.

In effetti lui non è nemmeno in grado di sentirlo, il pezzo. Non conosce la musica, non capisce quando si inizia, né quando si finisce, e in mezzo si distrae. A volte si addormenta. Gli si danno gli spartiti, sebbene non sappia leggerli, giusto perché veda il titolo del brano e qualche consiglio del tipo "conta fino a 3" "guarda Tizio che ti dà il via" "alla fine smettila" e viadicendo. Ma si dimentica cosa vogliono dire le scritte e fa quello che capita.

Se si suona in strada non è raro che il Fasullo Innocente si allontani alla chetichella, per fumare o per andare a comprarsi un vassoio di paste. Non è un gran danno.
E in fondo cosa vogliamo, lui non ha mai desiderato suonare con nessuno, se ne stava tranquillo a casa!

Invece il Fasullo Furbastro è più insidioso, perché è lui che si offre volontario, proponendo varie cose, lanciando idee e progetti e nel contempo mettendo bene in chiaro quanto lui sia inadeguato e per nulla desideroso di lavorare per realizzarli. Egli dà quindi fin dall'inizio messaggi apertamente contraddittori ai colleghi, confondendoli col linguaggio e col comportamento. E' evidente che questo Fasullo -a differenza dell'Innocente- ha consapevolezza di ciò che bisognerebbe fare, e magari è anche preparato nella teoria, ma, semplicemente, non ci pensa neanche a studiare.

Gli importa meno di zero della figura che fa, o di ciò che gli altri pensano di lui, e in questo dimostra grande forza d’animo. O faccia tosta, dipende.

Le prove si dovranno fare in casa sua, poiché non c’è verso di trascinarlo da nessuna altra parte, e si dovrà accettare il fatto che mentre si suona egli continuerà a guardare la partita in tv o almeno a sentirla con le cuffiette.

In realtà, l'unica ragione per cui il Fasullo Furbastro ci si mette è la speranza di andare a bere dopo le prove o magari conoscere donne disponibili, sogni ingenui costantemente infranti.

Intanto, per la data fissata per il concerto lui non ci sarà, avendo prenotato per andare a vedere l'eclissi totale in Perù o i leoni marini nell'America del Sud.

4 commenti:

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Che belli, st'individui! :D

"andare a bere dopo le prove o magari conoscere donne disponibili"

Ma non è questo lo scopo della musica? E dire che io ho cominciato a suonare sapendo che le ragazze lanciavano i reggiseni al chitarrista, sigh... E ora suono in uno scantinato con 3 maschi, che tristezza. XD

Auletride ha detto...

Be', si dovrebbe scegliere un altro tipo di musica, quella antica non è proprio l'ideale per trovare nugoli di fans scatenate...
La tua scelta è stata più coerente, peccato non sia andata bene :)

Anonimo ha detto...

caro Taotor, mi pare che tu faccia confusione tra "ascoltatrici" di musica (soprattutto rock) e "esecutrici": le prime, lo posso confermare perfino io e non solo per le mie letture di Rolling Stones, sono sessualmente scatenate, vogliono assaporare il musicista dopo la musica, ma le musiciste ... lasciamo perdere! Tranne quelle maschilizzate ed arriviste, che si comportano anche nel sesso come uomini, le musiciste sono delle palle mostruose nel cibo, nella conversazione e ovviamente nel sesso; del resto lo studio della musica è una pratica onanistica (leggevo un articolo serio qualche mese fa che diceva + o - "ma se un tizio qualunque ripetesse ossessivamente decine, centinaia e perfine migliaia di volte lo stesso movimento, non lo porterebbero d'urgenza alla neuro?". Chissà la nostra amata Auletrix a quale categoria appartiene ...

Auletride ha detto...

A quella delle povere vittime di maschi che hanno fatto solo "letture sbagliate", come mi insegni, e si chiudono nel cubicolo insonorizzato da soli!
Ma è possibile sia anche colpa mia, come vedremo nella prossima lezione.
Ma vuoi trovarti uno straccio di nick? Non è vero che google ti chiede la carta di credito e i tuoi gusti sessuali...