domenica 14 dicembre 2008

Il talento e l’impegno

E’ una di quelle discussioni senza fine, non è vero, domandarsi se per eccellere in una disciplina conti di più la predisposizione o il lavoro…ed è anche una questione oziosa, che lascia il tempo che trova.

E’ abbastanza ovvio che il talento da solo non serva a niente, come il minerale grezzo lasciato in miniera, così come ci si può ammazzare di fatica senza mai raggiungere livelli apprezzabili in una disciplina che –a quanto pare- non fa per noi.

Ci sono persone che sostengono che in realtà il talento non esista, sia solo una scusa inventata da chi non ha voglia di sgobbare.
A costoro chiederei come mai a parità di studio non otteniamo tutti lo stesso risultato. Come mai alcuni ottengono ottimi risultati senza studiare affatto. Se hanno mai visto un bambino di cinque anni ignaro di qualunque tecnica prendere una matita e fare un disegno pazzesco…

Nella realizzazione di qualunque attività dobbiamo fare i conti con una componente fisica non facilmente modificabile. Occorrono agilità, coordinamento muscolare, riflessi pronti, grande senso dell’equilibrio, magari altezza e prestanza. Occorre una bella voce, o buona vista.
Che se non c’è, non c’è.

L’orecchio musicale può essere esercitato e affinato, ma quello assoluto è un’anomalia genetica innata. Lo stesso è l’essere stonati (veramente stonati, che non va confuso col non saper cantare): chi nasce stonato ha una percezione distorta degli intervalli musicali, non se ne rende conto e non può farci nulla. E’ l’equivalente sonoro dell’essere daltonico. Inutile insistere.

Ma anche il mio centro del linguaggio può essere più o meno sviluppato e attivo, così come la parte del cervello che si occupa di fare i calcoli, per esempio: ecco che ciò influenzerà le mie attitudini in maniera solo in parte migliorabile con l’esercizio.

Insomma, affermare che tutti possiamo fare benissimo tutto è dire un’enorme boiata.

Potrebbe però essere vero che qualunque persona normodotata, se seguita e stimolata nel modo giusto, può raggiungere un livello minimo di sufficienza anche nelle discipline per cui si credeva negato. Chissà? Mi sto ricredendo.

Mi è capitato tra le mani un libro per bambini che insegna a disegnare figure fumettose. Seguendo le loro indicazioni in pochi tentativi sono passata da disegni come questo
a questo
Migliorerò più di così? Ne dubito, sono una delle persone più impedite del mondo col disegno, ci vuol tutto che non mi infili la matita nel naso e continuo a sedermi sopra la gomma. Ma è stata comunque una soddisfazione.

Ora mi domando: perché mai a scuola non ti insegnano veramente a disegnare con qualche esempio del genere, invece di darti un foglio bianco e mollarti lì ad arrangiarti per andare a chiacchierare con le altre maestre, causando patemi e frustrazioni che ti segneranno per gli anni a venire?

2 commenti:

L'oracolo ha detto...

Toh, non ci avevo pensato!

In effetti mi hanno dato un sacco di nozioni di disegno tecnico... ma nessuna di disegno libero che non fosse "disegna questo e se non lo sai fare copialo da qui". Che al limite andrebbe anche bene, se almeno avessero dato qualche idea su come copiare...

Il titolo del libro, comunque? Magari ci si dà un'occhiata :)

Auletride ha detto...

Il libro si chiama "Disegnare è divertente", non proprio per bambini-ini ma neanche da adulti...va bene per dare un'iniezione di fiducia a chi si sente negato come me!

Ora ho colorato il mio minotauro e me lo appendo al frigo :)