Sto facendo una cosa pericolosissima.
Mi sono messa a rileggere –dopo quasi 10 anni!- una serie che avevo amato moltissimo, che tutt’ora avrei indicato come la mia preferita in assoluto.
Questi sono i romanzi che 10 anni fa mi avevano indotta ad abbandonare la scrittura, perché mi erano piaciuti troppo, facendomi sentire incapace e inadeguata.
La faccenda quindi è doppiamente pericolosa.
Avevo letto questi libri (presi in prestito in biblioteca) mentre mi trovavo in un luogo lontano, vivendo un’avventura non troppo felice, in uno stato d’animo molto particolare e probabilmente vulnerabile.
Avevo quindi acquistato tutti i volumi (3+3) perché non potevo neanche pensare di non averli a disposizione, ma, benché sia mia abitudine rileggere –anche a pezzi- i libri che mi sono piaciuti, quelli non avevo mai osato riprenderli in mano.
Il perché è presto detto: oltre ovviamente alla voglia di esplorare altro e il poco tempo a disposizione, c’era un sottofondo di paura a frenarmi. Il terrore di scoprire che l’emozione forte che quei libri mi avevano dato era stata soprattutto frutto di quel momento, di quella situazione. Insomma, che era stata un’illusione.
Temevo non mi piacessero più! Sarebbe stata una delusione insopportabile!
Ma devo dire che di solito non mi succede. Non essendo io una persona facile agli entusiasmi, se qualcosa mi colpisce e mi emoziona davvero significa che ha toccato qualche corda profonda dentro di me…
Con mia grande gioia, quindi, ci sono ricascata dentro con tutte le scarpe. L’essermi dimenticata di gran parte dei dettagli mi consente di tenere viva l’attenzione, ma nel contempo il sapere già cosa succederà mi fa apprezzare meglio certi passaggi, certi dialoghi. Tutto risulta ancor più doloroso che durante quella prima lettura, quando ero ignara della devastazione progressiva a cui avrei assistito. E’ una “gioia” relativa, infatti.
Qualcuno ha detto che rileggere un libro amato è come ritrovare un vecchio amico, ed è vero, perciò gioisco di questo, sono felice che il mio amore per il mondo creato dall’autore abbia resistito alla prova del tempo, che le numerose e più diverse letture fantasy che si sono susseguite in questi anni non ne abbiano in alcun modo appannato la bellezza ai miei occhi, anzi, posso affermare di non aver più provato questo livello di coinvolgimento emotivo pur avendolo tanto cercato.
Sì, ne sono felice, anche se questo vuol dire che il terzo volume sarà uno strazio e mi lascerà così come allora.
E adesso magari vorreste che vi dicessi che romanzi sono. Bella pretesa! Data la totale assenza di draghi, adolescenti eroici e guerriere che si battono in costume da bagno, non hanno avuto successo in Italia, tanto che non so neppure se siano stati tradotti tutti o lasciati a metà come si usa spesso; insomma li avete snobbati quindi adesso me li tengo io, me li leggo tutti io da sola e basta, tié!
Nyah-nyah…
C’è solo un piccolo problema…da quando mi sono immersa nella rilettura non sono più riuscita a scrivere una riga. Ora come allora, mi sembra tutto così banale e sciatto quello che produco…Hellfire and bloody damnation! Perché questi libri devono inibirmi così?! Quattro schiaffoni non so se bastano per farmi rimettere al lavoro!
Mi sono messa a rileggere –dopo quasi 10 anni!- una serie che avevo amato moltissimo, che tutt’ora avrei indicato come la mia preferita in assoluto.
Questi sono i romanzi che 10 anni fa mi avevano indotta ad abbandonare la scrittura, perché mi erano piaciuti troppo, facendomi sentire incapace e inadeguata.
La faccenda quindi è doppiamente pericolosa.
Avevo letto questi libri (presi in prestito in biblioteca) mentre mi trovavo in un luogo lontano, vivendo un’avventura non troppo felice, in uno stato d’animo molto particolare e probabilmente vulnerabile.
Avevo quindi acquistato tutti i volumi (3+3) perché non potevo neanche pensare di non averli a disposizione, ma, benché sia mia abitudine rileggere –anche a pezzi- i libri che mi sono piaciuti, quelli non avevo mai osato riprenderli in mano.
Il perché è presto detto: oltre ovviamente alla voglia di esplorare altro e il poco tempo a disposizione, c’era un sottofondo di paura a frenarmi. Il terrore di scoprire che l’emozione forte che quei libri mi avevano dato era stata soprattutto frutto di quel momento, di quella situazione. Insomma, che era stata un’illusione.
Temevo non mi piacessero più! Sarebbe stata una delusione insopportabile!
Ma devo dire che di solito non mi succede. Non essendo io una persona facile agli entusiasmi, se qualcosa mi colpisce e mi emoziona davvero significa che ha toccato qualche corda profonda dentro di me…
Con mia grande gioia, quindi, ci sono ricascata dentro con tutte le scarpe. L’essermi dimenticata di gran parte dei dettagli mi consente di tenere viva l’attenzione, ma nel contempo il sapere già cosa succederà mi fa apprezzare meglio certi passaggi, certi dialoghi. Tutto risulta ancor più doloroso che durante quella prima lettura, quando ero ignara della devastazione progressiva a cui avrei assistito. E’ una “gioia” relativa, infatti.
Qualcuno ha detto che rileggere un libro amato è come ritrovare un vecchio amico, ed è vero, perciò gioisco di questo, sono felice che il mio amore per il mondo creato dall’autore abbia resistito alla prova del tempo, che le numerose e più diverse letture fantasy che si sono susseguite in questi anni non ne abbiano in alcun modo appannato la bellezza ai miei occhi, anzi, posso affermare di non aver più provato questo livello di coinvolgimento emotivo pur avendolo tanto cercato.
Sì, ne sono felice, anche se questo vuol dire che il terzo volume sarà uno strazio e mi lascerà così come allora.
E adesso magari vorreste che vi dicessi che romanzi sono. Bella pretesa! Data la totale assenza di draghi, adolescenti eroici e guerriere che si battono in costume da bagno, non hanno avuto successo in Italia, tanto che non so neppure se siano stati tradotti tutti o lasciati a metà come si usa spesso; insomma li avete snobbati quindi adesso me li tengo io, me li leggo tutti io da sola e basta, tié!
Nyah-nyah…
C’è solo un piccolo problema…da quando mi sono immersa nella rilettura non sono più riuscita a scrivere una riga. Ora come allora, mi sembra tutto così banale e sciatto quello che produco…Hellfire and bloody damnation! Perché questi libri devono inibirmi così?! Quattro schiaffoni non so se bastano per farmi rimettere al lavoro!
E un calcio nel sedere?
4 commenti:
Io invece non riesco proprio a rileggere i libri... sarà che mi piace sempre andare in cerca di qualcosa di nuovo e non tornare indietro.
Poi le prime cose che leggiamo o vediamo in genere ci restano più impresse: perché rischiare di rovinare il ricordo? ^^
Simone
Sono profondamente abitudinaria e mi piace rifugiarmi spesso sotto la calda coperta di quello che conosco già...mi dà il coraggio di affrontare il nuovo!
Del resto a che serve scoprire qualcosa di bello se poi non lo si conserva, non lo si gode? Allora è tutto un usa e getta...
sarebbe auspicabile dopo un poema simile,anche condivisibile nei contenuti e nella sua anima,sapere come minchia si intitola la saga!!!!!altrimenti rimane un personale giudizio non condiviso,come dire io so sempre esattamente che ore sono!!!!!
sandro
Scusi, sa che ore sono?
Sì.
Buonasera.
Buonasera.
:-PPPP
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